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Un pozzo nel cuore dell'Africa

UN POZZO NEL CUORE DELL'AFRICA

Il primo progetto di cooperazione internazionale avviato dall'Associazione Oltreiconfini nel 2003 e completato nel 2005, è stato realizzato nella zona sub-sahariana, a nord-est del Burkina Faso, nel dipartimento di Lâ Todin, provincia di Passoré.
Un territorio nel quale la popolazione vive per il 95 % di agricoltura e di allevamento e le comunità religiose (animisti, cattolici, islamisti, protestanti) convivono in perfetta armonia.
Nel dipartimento di Latodin c'è un clima caratterizzato da una stagione piovosa che dura appena quattro mesi, da giugno a settembre, e una lunga stagione secca, da ottobre a maggio, nella quale la maggior parte dei pozzi d'acqua potabile restano a secco e l’insufficienza d’acqua potabile, soprattutto per la popolazione infantile, è all’origine di molte malattie che portano spesso anche alla morte.

Il progetto prevedeva la costruzione di un pozzo di acqua potabile a Pendogo, un villaggio che si trova a 130 km dalla capitale Ouagadougou
All'avvio del Progetto, un volontario dell'Associazione, Gianni Martin, si era recato sul posto constatando l'avvio dei lavori di trivellazione da parte della ditta incaricata, con la collaborazione della popolazione, ma presto subentrarono enormi ostacoli, causati della particolarità del terreno e dalla difficoltà di individuare una vena d’acqua sotterranea.
Infatti i vari tentativi di perforazione andati a vuoto esaurirono ben presto i fondi previsti, messi a disposizione da Oltreiconfini e costrinsero l'Associazione del luogo che seguiva i lavori, INADES Formation, a rinunciare temporaneamente al Progetto. Questo, però, non frenò i volontari di Oltreiconfini che, attraverso varie iniziative, riuscirono a raccogliere altri fondi per completare il Progetto con la realizzazione del pozzo di acqua potabile e di una fontana con pompa manuale.
L'intervento ha portato un evidente miglioramento nelle condizioni di vita degli abitanti e, in particolare, delle donne che, in precedenza, erano costrette a impiegare gran parte della giornata per l'approvvigionamento dell'acqua, percorrendo ogni giorno a piedi anche più di 10 chilometri, costrette in questo modo a trascurare i figli e gli altri impegni quotidiani.

Per realizzare questo progetto, l'associazione Oltreiconfini  ha messo in atto varie iniziative, ha interessato moltissimi cittadini, imprese private e Istituzioni pubbliche della Regione, ha coinvolto l'Amministrazione Comunale di Quarto d'Altino e tutti i Comuni aderenti al Consorzio Acquedotto Sile-Piave. Hanno aderito al Progetto le scuole Quarto d'Altino, Marcon, Favaro V.to, Mestre e Marghera, attraverso raccolte di fondi da parte di alunni, genitori e insegnanti, ma anche alcune Parrocchie e Comuni del veneziano e del trevigiano e altre Associazioni.
Una delle iniziative realizzate dall'Associazione Oltreiconfini che ha raccolto maggior consenso è stata la maratona di musica e cinema, organizzata nel dicembre 2003 presso il locale Al Vapore di Marghera, durante la quale si sono esibiti gruppi musicali, più o meno noti, tutti accomunati dalla finalità ben precisa di contribuire alla realizzazione di questo progetto. All'inizio della manifestazione si è potuto assistere al film “Wend Kuuni” del regista burkinabè Gaston Kaborè, mentre durante tutto il pomeriggio musicale scorrevano sullo schermo le immagini del filmato “Ritratto di Altinè nella stagione secca” che ritraevano scene di vita quotidiana di una donna alla ricerca dell'acqua nella regione sub-sahariana.

 

Dalla stampa locale

Un pozzo nel cuore dell’Africa. Concluso il Progetto di Oltreiconfini in Burkina Faso – il villaggio di Pendogò ha il suo pozzo di acqua potabile.

Si è concluso il Progetto “Un pozzo per il Burkina Faso” che prevedeva la costruzione di un pozzo di acqua potabile nel villaggio di Pendogo, nella zona sub-sahariana del Burkina Faso, uno dei paesi più poveri e assetati del mondo.
E’ stata un’impresa molto impegnativa per l’associazione Oltreiconfini portare a termine questa opera, avviata appena costituita l’Associazione, soprattutto perché INADES FORMATION, l’Associazione che ha sede nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou, incaricata da Oltreiconfini a seguire i lavori, ad un certo punto aveva deciso di rinunciare a questo Progetto, per gli ostacoli incontrati: la particolarità del terreno; la difficoltà di individuare una vena d’acqua sotterranea; i vari tentativi di perforazione andati a vuoto che avevano eroso notevolmente i fondi messi a disposizione.
E’ stata la caparbietà dei volontari dell’Associazione altinate nel cercare altri fondi necessari che ha portato alla conclusione positiva del progetto.
Per il finanziamento, l’Associazione ha organizzato varie iniziative coinvolgendo cittadini, scuole e istituzioni. Un ruolo particolare è stato svolto dal Consorzio Acquedotto Sile-Piave che, aderendo al Progetto, ha promosso anche l’adesione dei Comuni soci.
La volontà di riuscire a realizzare questo Progetto è stata alimentata dalla conoscenza delle condizioni di vita del villaggio di Pendogo e del Burkina Faso in generale.
In Burkina Faso, infatti, soprattutto nei villaggi della fascia sub-sahariana, sono molto diffuse malattie causate dall’uso di acqua non potabile e la mortalità infantile dovuta a  questo problema è molto alta. In quelle zone la stagione delle piogge è di soli tre o quattro mesi all’anno, ai quali seguono otto o nove lunghi mesi di assoluta siccità. Senza possibilità di piogge intermedie, l’acqua si esaurisce rapidamente e la popolazione è costretta a bere anche quella inquinata degli stagni. Le donne trascorrono la maggior parte della loro giornata alla ricerca di acqua potabile per la famiglia e sono costrette a percorrere anche più di 10 chilometri a piedi per raggiungere il pozzo più vicino.
Questa situazione, descritta da Padre Alexandre Yikyi Bazie, allora rettore del seminario di Koumi in Burkina Faso e oggi insegnante in Costa d’Avorio, in un incontro pubblico organizzato a Quarto d’Altino ancora nel settembre 2002, ha convinto l’Associazione Oltreiconfini a cimentarsi in questa impresa, inviando sul posto anche un proprio volontario che ha seguito le prime fasi dei lavori.
Ci sono voluti tre anni e vari tentativi per poterla realizzare.
In questi giorni Inades ha comunicato ai volontari di Oltreiconfini che il pozzo è stato consegnato agli abitanti del villaggio che potranno d’ora in poi usufruire ciascuno di 20 litri d’acqua potabile al giorno.
“E’ da tenere presente – dice il coordinatore dell’Associazione Lorenzo De Facci – che l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che ogni persona dovrebbe usufruire di almeno 40 litri di acqua potabile al giorno e che in Italia ogni persona ne consuma in media 200 litri e, in particolare nel Veneto, 300 litri circa. Oltreiconfini non si limita a promuovere progetti come questo nel sud del mondo, ma si attiva anche da queste parti, sensibilizzando le persone e sollecitando le istituzioni alla tutela dell’ambiente e al risparmio dell’acqua”.
In questi giorni Padre Alexandre, che pur essendo stato trasferito ad insegnare in una scuola in Costa d’Avorio, ha continuato a seguire da vicino l’evolversi del Progetto, ha scritto ai volontari di Oltreiconfini incitandoli a continuare nelle loro attività.